STORIA DI ORDINARIA INGIUSTIZIA

La storia assurda del Maresciallo Lo Zito è in continua evoluzione e si cerca di aggiornarla continuamente.. i Provvedimenti dciplinari aumentano così come i Trasferimenti.. Il Blog contiene numerosissimi articoli e documenti scaricabili a prova dei fatti che vengono denunciati.. basta sfogliare le numerose pagine per rendersi cono...
BUONA LETTURA

giovedì 28 giugno 2012

SFERRATO VIOLENTO ASSALTO ALLA CROCE ROSSA


SFERRATO VIOLENTO ASSALTO ALLA  CROCE ROSSA

Roma 28 giugno 2012

dichiarazione dei deputati radicali Maurizio Turco e Maria Antonietta Farina Coscioni e di Luca Marco Comellini, segretario del Partito per la tutela dei diritti di militari e Forze di polizia (Pdm)

"Solo due giorni fa abbiamo plaudito alla serietà con cui il Consiglio dei ministri presieduto dal Prof. Monti aveva opportunamente deciso di accantonare il provvedimento di riordino della Croce Rossa.

Oggi in assenza del Presidente Monti il Consiglio dei ministri si è riunito nuovamente ed ha approvato lo schema di decreto sulla riorganizzazione della CRI.

Non ci risulta in alcun modo che il termine del 30 giugno per l'esercizio della delega sugli enti vigilati dal Ministero della salute sia stato prorogato e quindi il parere delle Commissioni parlamentari sullo schema di decreto, che verrà richiesto dal governo alle camere, non potrà e non dovrà essere dato a termine già scaduto.

In altre parole si sta ripetendo la stessa medesima situazione di illegalità che noi avevamo segnalato lo scorso dicembre 2011 in relazione all'esame di un analogo atto di governo (424), e che ha quindi impedito al Governo e al Presidente della repubblica di promulgare il decreto legislativo oltre il termine perentorio stabilito dalla legge delega.

A questo punto non possiamo far altro che appellarci al senso della legalità e delle istituzioni di coloro che saranno chiamati a esprimere i richiesti pareri e a chi poi sarà chiamato a "promulgare" un atto illegittimo."



Partito per la tutela dei Diritti di Militari e Forze di polizia (Pdm) - Via Torre Argentina , 76 – 00186 Roma – Tel. 0668979221 - Fax.
0668210375 - Cell. 3335350305 – 3392564037 - www.partitodirittimilitari.org – pdm@partitodirittimilitari.it

mercoledì 27 giugno 2012

CROCE ROSSA, AGGRESSIONI E MALA GESTIONE : IL SENATO INTERROGA...

Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-07787 

 LANNUTTI - Ai Ministri della salute e della difesa. -

Premesso che:

Sul sito dell'Unione sindacale di base (USB) è pubblicato il seguente comunicato stampa «Privatizzazione Cri: USB p.i., aggredito responsabile nazionale USB croce rossa - La USB ha deciso, nei giorni scorsi, di rappresentare il disagio di oltre 4000 lavoratori/ici della Croce Rossa con forme di lotta compatibili con l'evolversi della trattativa ministeriale in corso in questi giorni; in virtù della proclamazione dello stato di agitazione di tutto il personale, sono stati invitati tutti i lavoratori/ici a "commemorare" la scomparsa dell'Ente Pubblico attraverso l'esposizione dell'emblema della C.R.I. listato a lutto (utilizzando cartoncini, lenzuola o qualsiasi altro materiale e non bandiere ufficiali) in tutti i posti di lavoro. "Nella tarda mattinata di oggi, dichiara Sabino Venezia del Coordinamento Nazionale USB P.I., dopo aver riposizionato uno striscione con l'effige CRI listata a lutto, già strappato in mattinata, il nostro Dirigente Nazionale Massimiliano Gesmini, infermiere in servizio presso l'autoparco, ha subito una vile aggressione da parte del Responsabile Amministrativo nonché ufficiale del Corpo Militare della CRI. L'inaudito episodio ci costringe ad assumere i toni formali della risposta legale, amministrativa e sindacale, prosegue Venezia, chiederemo immediatamente conto al Commissario CRI di quanto successo a Gesmini, con l'auspicio di verificare che simili episodi da caserma sono frutto di singole culture" (Roma, 4 giugno 2012)»;
nella stessa bacheca si legge: «L'umanità, la neutralità e l'allegra brigata - In questi ultimi giorni, sono avvenuti episodi tanto gravi, quanto inqualificabili. Senza entrare di nuovo nel merito di quanto accaduto, ci preme soffermarci sull'atteggiamento tenuto dai Vertici della Croce Rossa Italiana. Infatti, a dispetto di quanto spesso enunciato, le più alte cariche della C.R.I., hanno dimostrato scarsa Umanità e poca Neutralità rispetto al deplorevole episodio del 4 giugno u.s. È passata una settimana senza che nessuno abbia speso una sola parola per censurare quanto accaduto; né il Commissario Straordinario, né il Direttore Generale, né il Comandante del Corpo Militare né, tantomeno, il Dirigente del Comitato Provinciale di Roma, hanno commentato lo spiacevole episodio. (..) Certamente, quello che si vuol far passare, è un segnale gravissimo; questa Amministrazione, pur di fermare la protesta e il dissenso, si sente autorizzata ad utilizzare qualsiasi mezzo, compresa la forza. (..) 
Dobbiamo renderci conto che questa non è stata, e non è, una gestione democratica, ma è un regime e, come i peggiori regimi, se non sei allineato sei un nemico da abbattere con qualsiasi mezzo. 
Pensiamo cosa hanno subito in questi anni i colleghi Vincenzo Lo Zito, Mario Martinez e Anna Montanile; solo per aver denunciato il malcostume che imperava (e impera) in C.R.I., sono stati fatti oggetti di vessazioni, denunce, demansionamento (...) E in questo caso? Silenzio assoluto. Ma si sa in Croce Rossa tutto è lecito; 

si possono dileggiare i lavoratori, le Organizzazioni Sindacali, l'Ente Pubblico e perfino le Istituzioni.  
 Proprio l'Ente C.R.I. e le Istituzioni sono stati, in questi giorni, i bersagli preferiti del Sig. Rocca; attraverso il suo giocattolo preferito (il social network Facebook) ha lanciato strali contro dei Parlamentari rei, secondo lui, di essersi permessi di criticare il suo operato e contro l'Ente Pubblico definendolo uno "stipendificio"
Ma lo stipendificio C.R.I. non è lo stesso che ha permesso al Sig. Rocca (e al Direttore Generale Ravaioli) di guadagnare in tre anni qualcosa come quasi due milioni di Euro? 
Non è lo stesso che ha permesso allo "staff" del Sig. Rocca di avere una retribuzione per più di tre anni? Chi ha pagato Capi Dipartimento, Addetti stampa, Segretari e quant'altro? Se li ha pagati lei con il suo lauto stipendio, siamo pronti a fare pubblica ammenda»;

considerato che:

l'interrogante ha presentato numerosi atti di sindacato ispettivo per lamentare le forti criticità nella gestione dell'ente nonché per portare all'attenzione del Governo le vicende che vedono coinvolta la Croce rossa italiana (Cri) nelle puntuali disattese indicazioni impartite dalle autorità giudiziali (4-07534, 4-06765, 4-04108, 4-06608, 4-07406, 4-05676, 4-02926, 4-06207, 4-05304);

l'interrogante ha sottolineato che l'attuale Commissario straordinario, continuando a disattendere le indicazioni della ricordata ispezione ministeriale, nonché i puntuali precetti impartiti dalle autorità giudiziali, inspiegabilmente e pervicacemente persevera nell'omettere di disporre il dovuto richiamo in servizio del capitano Martinez rilasciando, peraltro, in più occasioni, dichiarazioni pubbliche nelle quali ha assimilato il capitano ad un "carnefice perché anche lui faceva parte di un sistema clientelare" con ciò, al contempo, diffamando il militare e gettando gravi ombre sulla liceità dell'operato del vertice della Cri anteriore al suo insediamento (atti 4-05304 e 4-07406);
inoltre l'interrogante riportava il caso di Lo Zito, il militare dipendente della Cri che, nel 2008, aveva denunciato irregolarità amministrative e contabili compiute dall'allora presidente del comitato regionale Cri Abruzzo, Maria Teresa Letta, e per questo si era esposto a denunce e alla sospensione dello stipendio. 
Nei confronti del maresciallo Lo Zito il giudice Anna Maria Fattori del Tribunale ordinario di Roma ha disposto il non luogo a procedere per il reato di calunnia. In più il giudice ha deciso di trasmettere il fascicolo alla Procura perché indaghi su eventuali ipotesi di reato, facendo attenzione in particolare alla nota 22 del 5 gennaio 2008, indirizzata al direttore nazionale del Corpo militare della Cri, colonnello Piero Ridolfi, con cui la dottoressa Letta richiedeva l'immediato allontanamento del militare. In aggiunta il giudice Antonio Lepore del Tribunale militare di Roma ha assolto il maresciallo Lo Zito dal reato di diserzione aggravata perché il fatto non sussiste. Sarà il sostituto procuratore Assunta Cocomello a condurre le indagini ora, dopo che la Procura ordinaria di Roma ha aperto un fascicolo (n. 431 del 2011) per capire quali siano state le ragioni per cui, dopo le denunce di irregolarità fatte dal maresciallo Lo Zito, si è ritenuto di doverlo sottoporre a denunce e alla sospensione dal servizio (atti 4-04108, 4-05676),

si chiede di sapere:

Se il Governo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e se non ritenga di dover intervenire al fine di ottenere e riferire ogni dettaglio sui fatti accaduti;
Se risulti al Governo che i vertici della Cri e del Corpo militare abbiano adottato gli immediati provvedimenti nei confronti del responsabile amministrativo nonché ufficiale del Corpo militare della Cri autore dell'inaudita aggressione e, in caso negativo, quali iniziative intenda intraprendere a riguardo;
Se non ritenga che l'episodio narrato nel comunicato dell'organizzazione sindacale rappresenta un fatto di estrema gravità che si colloca come un pericoloso precedente nel contesto del particolare momento di difficoltà che sta attraversando la Cri, e che potrebbe essere emulato da altri o generare ulteriori episodi di violenza gratuita e di comportamenti contro esponenti sindacali o le loro attività.

sabato 23 giugno 2012

DOMANDE IN ATTESA DI CHIARIMENTO........


PAGINA DEDICATA 
ALLE DOMANDE 
IN ATTESA DI CHIARIMENTO
verrà aggiornata di continuo
"riportare il numero della domanda  
per rispondere nei commenti"




  1. Nella determinazione e relazione della sezione del controllo sugli enti sul risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria della C.R.I.  per gli esercizi 2005-2010 il relatore presidente Ciro Valentino afferma che dal 2008   l’amministrazione CRI non ha più fatto ricorso al richiamo militare , ma che di fatto ad oggi sono ancora presenti oltre 300 militari richiamati, perchè?Considerato che il Commissario straordinario ha ripetutamente dichiarato di non aver più fatto ricorso al richiamo di personale militare per le attività civili, perché non gli è stato cambiato il rapporto di lavoro con un contratto civile?
  2. Chi verifica che i Commissari dei Comitati e delle componenti volontaristiche che sono anche dipendenti dell’Associazione/Ente svolgono la loro attività gratuitamente e fuori dall’orario di lavoro ? 
  3. Come è possibile che il M.llo Ignazio SCHINTU sia ancora il comandante del Centro di mobilitazione di TORINO quando un Ordinanza prevede che quell’incarico sia assegnato ad almeno un Maggiore?
  4. Gli  uffici del centrale  chiedono ai Comitati territoriali il rimborso del personale civile e militare assunto tempo indeterminato  che svolgono servizi in convenzione, da tali servizi i comitati ricavano i fondi per pagare tali rimborsi. Considerato che comunque questi stipendi i sono già pagati dalla CRI quindi dal contributo pubblico che la CRI riceve dai Ministeri, perché si chiede il rimborso anzichè avviare forme di  finanziamento di attività sociali sul territorio?
     

venerdì 22 giugno 2012

LANNUTTI SULLA MALAGESTIONE DELLA CROCE ROSSA


ATTO SENATO

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07753
presentata da
 ELIO LANNUTTI
mercoledì 20 giugno 2012, seduta n.748

 

 Ai Ministri della salute, dell'economia e delle finanze e della difesa - Premesso che:

 Sono giunte all'interrogante numerose segnalazioni relative alla malagestione della Croce rossa italiana.
 LANNUTTI
a quanto risulta all'interrogante dalla lettura delle ordinanze commissariali, nell'ambito del sistema amministrativo-contabile è completamente assente il controllo della regolarità amministrativa e contabile, dal momento che il capo della Ragioneria si limita a "prendere atto" del contenuto del documento, invece di esprimere il parere sulla "bontà" giuridico-amministrativa e contabile degli atti commissariali;

dal 2006 al 2011 si sarebbe verificato il mancato versamento della contribuzione previdenziale e fiscale per circa 190 lavoratori ARES 118 assegnati ai comitati provinciali di Roma e Latina. Pur essendo state effettuate le trattenute ai lavoratori, i relativi fondi non sarebbero stati versati all'erario; ,i tratta di circa 3,5 milioni di capitale che potrebbero determinare sanzioni ed interessi per circa 2 milioni di euro;

la cosa più grave è che questi fondi, con vincolo di destinazione, sarebbero stati utilizzati per altre finalità, anche per coprire indebitamenti e dare anticipazioni di cassa. A conferma di ciò è sufficiente leggere i bilanci: le trattenute non sono state contabilizzate come possibili uscite nei bilanci di previsione;

i bilanci di previsione pregressi e approvati nel 2011 non sarebbero veritieri e si limiterebbero a "replicare" i bilanci di previsione degli esercizi precedenti; basta confrontare gli stanziamenti per verificarne la completa identicità;

la non veridicità dei bilanci emergerebbe anche dalla circostanza che è stato approvato dalla Croce rossa italiana prima il bilancio di previsione 2012 (ordinanza del commissario n. 514 del 27 ottobre 2011) e poi, dopo circa due mesi, è stato approvato l'assestamento di bilancio 2011 (ordinanza del commissario n. 597 dicembre 2011);

il settore legale della Croce rossa sarebbe in una situazione di crisi cronica di personale: le cause amministrative e civili contro gli atti illegittimi assunti dall'amministrazione centrale e periferica sono in proliferazione;
il comitato provinciale di Roma per il 2011 presenterebbe un saldo amministrativo negativo di oltre 27 milioni di euro, un saldo economico negativo oltre 11 milioni similmente al saldo finanziario negativo pari a 11 milioni;

altro elemento di criticità del comitato provinciale di Roma sarebbe la collaborazione professionale, del tutto illegittima e priva dei presupposti, con un avvocato del libero foro che avrebbe ricevuto indebite elargizioni per oltre 450.000 euro fino a tutto il 2011;

il comitato provinciale di Roma avrebbe sottoscritto fino a tutto il 2011 una serie di contratti per lavori servizi e forniture che sono stati successivamente dichiarati nulli ovvero illegittimi per mancanza di gara; documento unico di regolarità contributiva, eccetera che sono sempre in favore delle stesse ditte, a cui verrebbero fatti mandati di pagamento in violazione della legge sui tracciabilità dei flussi finanziari;

l'interrogante ha presentato numerosi atti di sindacato ispettivo per lamentare le forti criticità nella gestione dell'ente nonché portare all'attenzione del Governo le vicende che vedono coinvolta la Croce rossa italiana nelle puntuali disattese indicazioni impartite dalle autorità giudiziali (4-07534, 4-06765, 4-04108, 4-06608, 4-07406, 4-05676, 4-02926, 4-06207, 4-05304),

si chiede di sapere:

se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto e quali siano le sue valutazioni;
se non ritenga necessario intervenire nelle opportune sedi di competenza al fine di verificare se quanto lamentato su una gestione a giudizio dell'interrogante dissennata dell'organizzazione per le inadempienze degli amministratori, con conti incerti, organici sovraffollati e gestioni instabili corrisponda al vero e, di conseguenza, intervenire con fermezza per porre fine alle irregolarità nella gestione della Croce rossa, nonché agli innumerevoli sprechi, riportando la necessaria indispensabile trasparenza nell'organizzazione e gestione di questa storica associazione;
se non ritenga, infine, utile valutare la sostituzione dell'attuale vertice commissariale, che, a giudizio dell'interrogante, ha manifestato, in questi anni di commissariamento, di non aver prodotto alcun miglioramento gestionale dell'ente, nonché procedere ad un riordino dell'ente riportandolo ai compiti istituzionali.

mercoledì 20 giugno 2012

Il caso del tenente colonnello del Corpo militare della Croce rossa italiana, Antonello Reali

Interrogazione a risposta scritta 4-16610 presentata da
MAURIZIO TURCO
giovedì 14 giugno 2012, seduta n.650
 MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, 
MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della salute, al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:

la Croce rossa italiana (C.R.I), ai sensi dell'articolo 7 del decreto-legge 20 settembre 1995, n. 390, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 1995, n. 490, ha ad ogni effetto di legge qualificazione e natura di ente dotato di personalità giuridica di diritto pubblico e, in quanto tale, è soggetta alla disciplina normativa e giuridica degli enti pubblici;

la natura giuridica pubblica è espressamente richiamata anche dall'articolo 5 dello statuto dell'Associazione approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 maggio 2005, n. 97;

per il funzionamento dei suoi servizi in tempo di pace, di guerra o di grave crisi internazionale la Croce rossa italiana dispone di un Corpo militare, ausiliario delle Forze armate il cui personale è disciplinato dal libro V del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, «codice dell'ordinamento militare», nonché dal libro V del decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2010, n. 90, «Testo unico delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare, a norma dell'articolo 14 della legge 28 novembre 2005, n. 246»;

gli iscritti nel Corpo militare della Croce rossa italiana, chiamati in servizio, sono militari e sottoposti alle norme del regolamento di disciplina militare e dei codici penali militari;

 
risulta all'interrogante che il tenente colonnello del Corpo militare della Croce rossa italiana, Antonello Reali, trasferito d'autorità dall'area ausiliaria delle Forze armate, all'area servizi civili d'istituto con ordinanza commissariale 0652-10 del 23 dicembre 2011, adottata dal commissario straordinario della Croce rossa italiana, ha proposto ricorso presso il tribunale amministrativo regionale per l'Umbria che definitivamente pronunciandosi sull'affare, con la sentenza 188/2012, lo ha accolto e, per l'effetto, ha annullato il provvedimento impugnato, condannando l'amministrazione della Croce rossa italiana al pagamento in favore del ricorrente della somma di euro duemila per le spese di giudizio;

le puntuali, circostanziate e reiterate considerazioni del comitato regionale, a cui era destinato l'ufficiale superiore, peraltro coerenti con quanto indicato nelle note dell'ufficio contenzioso personale militare, non hanno trovato, come esposto nella sentenza, motivata confutazione da parte del comitato centrale della Croce rossa italiana;

tra l'altro gli incarichi affidati all'ufficiale in un primo momento, sono stati revocati dallo stesso direttore regionale, «al fine di non incorrere in eventuali danni erariali per mancato idoneo collocamento dell'Ufficiale»;

la sentenza è stata regolarmente depositata secondo le normative vigenti e indirizzata al commissario straordinario della Croce rossa italiana che a distanza di tempo, a quanto consta agli interroganti non ha ancora eseguito quanto deciso dal tribunale amministrativo in data 18 maggio 2012;

agli interroganti appare necessario dare immediata attuazione alla sentenza citata, anche al fine di non sperperare inutilmente altro denaro pubblico ed evitare le ulteriori spese che potrebbero gravare sull'amministrazione inadempiente qualora il ricorrente vittorioso richiedesse al medesimo giudice di disporre l'ottemperanza del giudicato mediante l'intervento del commissario ad acta -:

quali immediate iniziative intendano assumere in merito. (4-16610)

CROCE ROSSA : ATTO DI GRAVE IRRESPONSABILITA’ SE MINISTRO BALDUZZI SOSTENESSE PIANI DEI FURBETTI DEL QUARTIERINO.

 

COMELLINI (PDM): 
ATTO DI GRAVE IRRESPONSABILITA’ 
SE MINISTRO BALDUZZI 
SOSTENESSE PIANI 
DEI FURBETTI DEL QUARTIERINO.


Da più parti mi giungono richieste per sollecitare il Ministro della salute Renato Balduzzi a respingere con decisione lo schema di decreto sulla riorganizzazione della Croce Rossa che metterebbe l’Associazione e il suo ingente patrimonio direttamente nella mani dei “furbetti del quartierino”.
Visti i rilievi fortemente critici che la Ragioneria Generale dello Stato ha formulato lo scorso 31 maggio e costatato che i tempi per l’emanazione del decreto legislativo sono praticamente esauriti, che non vi è alcuna proroga dei termini per l'esercizio della delega e che alle Commissioni parlamentari non è stato inviato alcun atto dal governo su cui esprimere il previsto parere, alcuni dei responsabili delle organizzazioni sindacali con cui sono in costante contatto si sono detti “fortemente preoccupati” dall’eventualità che il Governo si possa rendere complice dei furbetti del quartierino provvedendo ad inserire l’intero schema di decreto di riordino della CRI  nel recente DL per lo sviluppo che, come è noto, andrà avanti a colpi di fiducia “impedendo quindi ogni forma di resistenza legale ad un abuso che prelude ad altri colpi di mano”.
L. Comellini
 Una simile evenienza, oltre ad essere molto discutibile sotto il profilo del metodo, lo sarebbe ancor di più sotto quello del merito, potendo una simile azione essere interpretata come la realizzazione di un patto scellerato tra esecutori e mandanti che vogliono spartirsi il bottino. 
Già una volta il ministro ha dovuto prendere atto delle ragioni della legalità che guida la nostra protesta, lo faccia anche oggi e smentisca le voci che lo vogliono complice di coloro che vorrebbero una Croce Rossa spogliata della sua ragion d'essere e dei suoi beni."
fonte





                   Salute, Farina Coscioni: 
schema decreto 
enti vigilati dal ministero 
verso un nuovo stop 
di natura “legale”. 
 
 
 
 
Lo “Schema di decreto legislativo recante riorganizzazione degli enti vigilati dal Ministero della salute” (Atto n. 484) per il quale il Governo ha chiesto il parere alla XII^ Commissione Affari sociali della Camera dei deputati deve essere necessariamente promulgato entro il 30 giugno prossimo - cioè entro i prossimi 11 giorni – ma non essendovi al momento alcuna norma che consenta la proroga del termine gia prorogato dalla legge 24 febbraio 2012, n. 14, di  conversione in legge,  con modificazioni, del  decreto  legge  29  dicembre 2011, n. 216, la Commissione dovrebbe prenderne atto e invitare il Governo a voler procedere con gli atti necessari affinché il decreto legislativo sia adottato nei termini e con le modalità espressamente previste dalla legge e non invece come un atto che ab origine le vorrebbe eludere, con l’aggravante di svilire le prerogative del Parlamento.”

Questo è in sintesi quanto ha dichiarato la deputata radicale Maria Antonietta Farina Coscioni, nel suo intervento durante i lavori della XII^ Commissione Affari sociali della Camera dei Deputati della quale è segretario in merito all'esame dello Schema di decreto legislativo recante riorganizzazione degli enti vigilati dal Ministero della salute.

sabato 16 giugno 2012

INTERPELLANZA, Sulla gestione complessa e deficitaria della Croce Rossa Italiana


presentata da
ALDO DI BIAGIO
martedì 12 giugno 2012, seduta n.648
 
  sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere - premesso che:

la Croce rossa italiana (CRI) è un'associazione che si configura come ente di diritto pubblico non economico con prerogative di carattere internazionale, avente per scopo l'assistenza sanitaria e sociale sia in tempo di pace che in tempo di conflitto;

nello specifico l'articolo 7 del decreto-legge 20 settembre 1995, n. 390, convertito, con modificazioni, dalla legge 20 novembre 1995, n. 490, definisce la Croce rossa italiana come ente dotato di personalità giuridica di diritto pubblico soggetta pertanto alla disciplina normativa e giuridica degli enti pubblici;

la natura giuridica pubblica è ulteriormente definita dall'articolo 5 dello statuto dell'associazione approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 6 maggio 2005, n. 97;

il ruolo svolto negli anni dalla Croce rossa italiana, dalle donne e uomini che con abnegazione svolgono il loro compito a servizio dell'assistenza sociale, è stato di indiscussa capacità ed operatività come tra l'altro i recenti eventi calamitosi hanno confermato;

attualmente le strutture della Croce rossa italiana, coinvolgono circa 145 mila soci attivi sul territorio nazionale, circa 4 mila dipendenti, suddivisi in lavoratori civili e militari, di cui oltre 1500 risultano precari anche da un decennio;

un elemento non trascurabile della struttura della Croce rossa italiana, va ricercato nell'ammontare degli immobili: da una ricognizione del patrimonio immobiliare aggiornata al 2008 ammonterebbero a circa 35 milioni di euro i beni immobili a disposizione di Croce rossa italiana per lo più inutilizzati;

le risorse destinate alla Croce rossa italiana dai Ministeri vigilanti ammontano a circa 180 milioni di euro annui, in buona parte destinati al sostentamento delle risorse umane, in particolar modo del corpo dirigenziale, a cui si aggiungono i fondi di provenienza privata configurabili in donazioni e lasciti di beni mobili ed immobili;

appare opportuno evidenziare che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del novembre 2010 la Croce rossa italiana è stata commissariata «considerate le gravi carenze e irregolarità di gestione dell'Associazione, in particolare emerse dalla verifica amministrativo-contabile effettuata dall'ispettorato generale di Finanza della Ragioneria generale di Stato (...)» e «considerata (...) la necessità di nominare un commissario straordinario con il compito di garantire una corrente ed efficiente gestione anche in vista della riorganizzazione dell'ente»;

malgrado il commissariamento si configuri come procedimento straordinario appare di fatto come una pratica gestionale particolarmente frequente presso la Croce rossa italiana: per buona parte della sua storia recente l'ente è stato gestito da commissari straordinari designati dall'esecutivo piuttosto che da presidenti eletti;

il commissariamento ha avuto luogo dal 1980 e ha previsto lo spostamento delle competenze degli organi ordinari ai commissari straordinari di nomina governativa fino al 1998, anno in cui è stato emanato un nuovo statuto dell'Ente che prevedeva la possibilità di svolgere l'elezione degli organi di governo interni che ha di fatto condotto al superamento del commissariamento e all'elezione di un Presidente ordinario;

 
la seconda fase di commissariamento avviene nel 2003, interrotta successivamente nel 2005 anno in cui avviene l'emanazione di nuovo statuto, e la successiva elezione di un presidente nazionale in carica fino all'ottobre 2008. A decorrere da tale data è stata inaugurata l'attuale fase commissariale;

malgrado la ventennale esperienza commissariale della Croce rossa italiana, reiteratamente prevista per far fronte al risanamento del bilancio, paradossalmente - stando ad un documento riassuntivo del disavanzo di cassa della Croce rossa italiana apparso on line - il disavanzo totale di cassa della Croce rossa italiana ammonterebbe a 335,7 milioni di euro;

ne emerge di fatto una gestione alquanto complessa dell'ente che ha suscitato non poche perplessità tanto da condurre alla formulazione nel corso degli anni di diversi atti di sindacato ispettivo finalizzati a fare chiarezza sulle reali dinamiche operative dell'ente oltre che ad un'indagine conoscitiva presso la Commissione sanità del Senato della Repubblica ancora non conclusa;

in questo scenario di complessità finanziaria ed organizzativa si inserisce il portato dell'articolo 2 della legge 4 novembre 2010, n. 183 che dispone la delega al Governo per la riorganizzazione degli enti vigilati dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dal Ministero della salute, prevedendo anche il riordino della Croce rossa italiana secondo i criteri e principi direttivi della semplificazione, razionalizzazione amministrativa e delle risorse e della ridefinizione del rapporto di vigilanza;

ai sensi dell'articolo 2 della legge 4 novembre 2010, n. 183, la scadenza della citata delega era prevista per il 24 novembre 2011 ma il comma 2, ultimo periodo del citato articolo 2 ha previsto un meccanismo di scorrimento della delega disponendo che «qualora il termine per l'espressione del parere parlamentare di cui al presente comma scada nei trenta giorni che precedono la scadenza del termine per l'adozione dei decreti legislativi di cui al comma 1, quest'ultimo è prorogato di due mesi», prorogando di fatto la scadenza della delega al 24 gennaio 2012. Proroga legittimata da una nota del dipartimento affari giuridici e legislativi della Presidenza del Consiglio dei ministri;

lo schema di decreto legislativo recante riorganizzazione dell'Associazione italiana della Croce rossa (atto Governo 424) è stato sottoposto all'esame della commissioni competenti di Camera e Senato nel novembre 2011;

successivamente ai sensi dell'articolo 1, comma 2, della legge 24 febbraio 2012, n. 14, il termine dell'esercizio della suddetta delega è stato differito al 30 giugno 2012, operando di fatto un differimento di un termine già scaduto in data 24 gennaio 2012, non essendo originariamente previsto nel decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, convertito in legge 24 febbraio 2012, n. 14;

risulta che il Ministero interpellato starebbe lavorando a un nuovo schema di decreto legislativo di riorganizzazione dell'Associazione italiana di Croce rossa di cui all'articolo 2 della legge 4 novembre 2010, n. 183, che dovrebbe sostituire l'atto del Governo n. 424 precedentemente sottoposto all'esame delle competenti Commissioni del Senato e della Camera dei deputati già discusso anche alla presenza dei rappresentanti del Governo attuale, e in merito al quale le Commissioni si erano già pronunciate;

stando alle informazioni a disposizione degli interpellanti il suddetto schema dispone la costituzione di un'associazione privata, nella quale confluiranno, a decorrere dal 1o gennaio 2014, le funzioni esercitate dalla Croce rossa italiana «pubblica», a cui si andrebbe ad affiancare in funzioni di supporto tecnico e logistico, un ente pubblico non economico denominato «ente di pronto intervento umanitario»; dal 1o gennaio 2017 si dovrebbe verificare la soppressione dell'«Ente» e successiva messa in liquidazione;

le disposizioni contenute nel nuovo schema differirebbero sostanzialmente da quanto già sottoposto alle Commissioni parlamentari a partire dal 2011;

in considerazione dei nuovi termini di delega di cui alla legge 24 febbraio 2012, n. 14, risulta alquanto complessa l'ipotesi che il «rinnovato» schema di decreto possa nuovamente essere sottoposto alle Commissioni parlamentari, alla conferenza unificata Stato-regioni e del Consiglio di Stato;

alla luce dell'opacità che condiziona i termini di delega, emerge - secondo gli interpellanti - il rischio di violazione del termine di cui al combinato disposto di cui agli articoli 76 della Costituzione e 2 della legge 4 novembre 2010, n. 183;

per quanto riguarda il portato del «rinnovato» schema di decreto, è opportuno ulteriormente evidenziare che «l'innovativa» riformulazione organizzativa, consentirebbe alla dirigenza di poter operare scelte discutibili sul versante della gestione delle risorse economiche ed umane legittimate dall'esigenza di riordino;

sul versante immobiliare, appare immaginabile che la nuova configurazione privatistica possa facilmente incorrere in una gestione affaristica di beni che sono il frutto soprattutto di lasciti e donazioni della società civile;

sul versante della gestione delle risorse umane risulterebbero a rischio circa 4500 posti di lavoro di cui 1400 precari entro dicembre 2013 e 3100 lavoratori verranno messi in mobilità per 24 mesi;

inoltre il suindicato schema di provvedimento prevede che i militari della Croce rossa permanentemente in servizio transitino in un ruolo civile ad esaurimento e che il Corpo militare sia costituito solo da personale volontario in congedo, andando completamente a sfaldare la struttura dell'ente inficiandone le potenzialità e l'immagine;

sebbene tale provvedimento rechi una rivoluzionaria riorganizzazione dell'ente, non risulta agli interpellanti alcun tipo di coinvolgimento o confronto - sulle questioni di nuova introduzione - con le parti sociali rappresentative del personale attualmente operativo presso la Croce rossa italiana;

sarebbe auspicabile consentire almeno il superamento della gestione commissariale consentendo l'elezione democratica degli organi collegiali, come condizione propedeutica all'avvio delle dinamiche di riordino dell'ente;

quanto evidenziato sul versante delle dinamiche di riordino, unito alle discutibili quanto ancora poco chiare dinamiche di gestione decennale della Croce rossa italiana dovrebbero indurre il Governo ad operare un controllo di quanto posto in essere - con conseguenti riconoscimenti di responsabilità - oltre a favorire un procedimento di riorganizzazione della Croce rossa italiana oltre che di rimodulazione delle risorse ad essa destinate senza che ne venga intaccata l'attuale struttura pubblicistica, anche in considerazione del ragguardevole patrimonio di risorse umane, mobiliari ed immobiliari che, se correttamente utilizzate ed investite, rappresenterebbero un valore aggiunto per l'ente oltre che per il Paese -:

se alla luce delle criticità espresse in premessa - intenda fare chiarezza sull'esercizio della delega di cui all'articolo 2 della legge 4 novembre 2010, n. 183, e sulla gestione complessa e deficitaria della Croce rossa italiana negli ultimi anni;

se - alla luce delle criticità evidenziate in premessa - intenda rivedere l'attuale progetto di riordino della Croce rossa italiana e quali iniziative intenda intraprendere al fine di tutelare l'attività ed il futuro dei lavoratori attualmente operativi nella Croce rossa italiana.


(2-01545)
«Di Biagio, Paglia, Muro, Barbaro, Della Vedova».

venerdì 15 giugno 2012

La gestione del personale militare volontario.......


 presentata da
AUGUSTO DI STANISLAO
lunedì 11 giugno 2012, seduta n.647

Al Ministro della salute, Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della difesa.  - Per sapere - premesso che:

l'associazione italiana della Croce rossa, ente di diritto pubblico, svolge la sua opera su tutto il territorio nazionale grazie agli oltre 150 mila dipendenti volontari e soci attivi appartenenti all'organizzazione, e oltre 5.000 dipendenti;

la gestione del personale militare volontario, comporta periodici richiami in servizio attivo del medesimo personale iscritto nei ruoli del corpo militare della Croce rossa italiana, per essere quindi riassegnato ai comitati provinciali della medesima Croce rossa;

 il capitano Mario Martinez è iscritto nei ruoli degli ufficiali del corpo militare della Croce rossa italiana dall'11 novembre 1983, ed ha ricoperto, sino al 1991, numerosi incarichi di elevata responsabilità, mediante richiami periodici (con una media di 3 o 4 volte all'anno), ottenendo anche un elogio formale per il servizio prestato;

senza alcuna apparente motivazione, a decorrere dal 26 settembre 1991, veniva stabilmente posto in congedo, ad eccezione di un breve periodo compreso tra il giugno 2003 e luglio 2003, nel quale veniva richiamato per partecipare alla missione umanitaria in Iraq, presso l'ospedale di Bagdag;

dopo anni di congedo il capitano Martinez, presenta numerose istanze per chiedere di essere richiamato in servizio;

istanze di pari contenuto venivano, peraltro, inoltrate anche, direttamente ed autonomamente, dai direttori dei comitati di Parma e di Bari, i quali, in ottemperanza all'espresso invito del comitato centrale di indicare i nominativi dei soggetti da richiamare (circolare del 10 novembre 2004 prot. n. 0072844/04), indicavano espressamente il capitano Martinez quale scelta preferenziale, in considerazione della esperienza e della professionalità posseduta, rilevando che il richiamo dello stesso sarebbe stato del tutto indispensabile quale fondamentale supporto d'ordine amministrativo e per la gestione dell'autoparco;

tutte le istanze inoltrate ai vertici della Croce rossa italiana, sia da parte del Martinez che dei due comitati territoriali, venivano evase con risposte negative e/o evasive e contraddittorie, mentre, contestualmente, venivano richiamati in servizio dal comitato centrale altri militari;

i dubbi di legittimità avanzati dal Martinez venivano confermati e rafforzati dalla ispezione condotta dall'ispettorato generale di finanza presso il Ministero dell'economia e delle finanze, conclusa con la relazione del 6 agosto 2008 conclusa con la relazione del 6 agosto 2008 (doc. n. 23), che ha sollevato numerose censure;

sempre secondo il capitano Martinez il vertice amministrativo della Croce rossa italiana, in spregio ai principi che sorreggono l'ordinamento dell'ente, avrebbe sistematicamente violato il principio di rotazione del personale, dando luogo di fatto all'illegittima stabilizzazione del personale che da anni viene richiamato senza soluzione di continuità;

tuttavia, nonostante l'espressa denuncia dell'organo ministeriale, con ordinanza n. 142 del 17 aprile 2009 (annullata in parte qua con sentenza n. 38855/2010 del Tar Lazio, confermata con sentenza n. 2141/2011 del Consiglio di Stato), il commissario straordinario, pur richiamando in premessa la suddetta ispezione disponeva (nuovamente) la proroga in servizio sino al 31 dicembre 2009 del medesimo personale già richiamato;

scaduto il periodo di efficacia della predetta ordinanza, la Croce rossa italiana ha ancora una volta adottato l'ordinanza n. 417/2009 con la quale sono stati nuovamente prorogati in servizio i medesimi militari, escludendo ancora una volta il 1o capitano Martinez;

con due ricorsi, successivamente riuniti, si impugnavano le due sopra citate ordinanze;

 
con sentenza n. 38855/2010, il TAR Lazio, in accoglimento dei superiori ricorsi, annullava i provvedimenti impugnati nella parte in cui il capitano Martinez non era inserito nell'elenco dei richiamati, ordinando l'immediato richiamo in servizio dello stesso, condannando la Croce rossa italiana al pagamento della spese legali;

la superiore sentenza veniva appellata dalla Croce rossa italiana innanzi al Consiglio di Stato, il quale, preliminarmente, rigettava l'istanza di sospensione dell'efficacia esecutiva della sentenza, condannando la Croce rossa italiana al pagamento delle spese legali relative alla fase cautelare e, successivamente, con sentenza n. 2141/2012, respingendo definitivamente l'appello proposto dalla Croce rossa italiana, affermava che: «gli atti in questione (il cui effetto era stato nel senso di consentire la stabilizzazione di fatto di circa 370 unità di personale per un periodo ultraquinquennale) si pongono in contrasto con il tendenziale principio della concorsualità dell'accesso agli impieghi e del carattere paradigmatico delle assunzioni a tempo indeterminato per far fronte ad esigenze di servizio di carattere non temporaneo della Croce rossa italiana;

ulteriori profili di incongruità e contraddittorietà sono ravvisabili in capo all'operato dell'amministrazione la quale, nel dichiarato intento di superare un assetto palesemente contra legem (rilevato dagli Ispettori del Ministero dell'economia e delle finanze), aveva - per un verso - apposto un termine (a sanatoria ed ex post) ai numerosissimi richiami a suo tempo disposti; ma aveva - per altro verso - contestualmente disposto l'ulteriore proroga di tali richiami per altri due anni, in tal modo palesando un comportamento di fatto elusivo dei medesimi principi cui - pure - affermava di volersi conformare;

l'operato dell'amministrazione era, altresì, caratterizzato da palesi profili di contraddittorietà in relazione alle numerose istanze di richiamo in servizio avanzate dall'odierno appellato. Ed infatti, per un verso l'amministrazione aveva più volte affermato l'inesistenza di esigenze operative le quali giustificassero i richiami, mentre - per altro verso - risulta che l'Ente avesse disposto richiami in servizio - per altro prorogati nel corso degli anni - relativi alla medesima sede e al medesimo periodo cui si riferiva l'istanza del 1o capitano Martinez;

più in generale, le modalità con cui la Croce rossa italiana aveva nel corso degli anni disposto i richiami in servizio e le successive proroghe, risultavano illegittime per la mancata, previa, fissazione di criteri univoci volti ad orientare ex ante il potere di richiamo»;

per tali motivi, il Consiglio di Stato confermava la sentenza di primo grado, condannando la Croce rossa italiana al pagamento delle spese legali anche del secondo grado di giudizio;

«nel corso del presente giudizio è, invece emerso: a) che l'ente aveva proceduto nel corso degli anni ad assumere personale anche nelle ipotesi e nelle aree geografiche in cui, nell'ambito del precedente giudizio, aveva negato di aver effettuato richiami»;

ciò nonostante, la Croce rossa italiana continuava a non provvedere al richiamo del 1o capitano Martinez, costringendolo a proporre, altresì, ricorso per l'ottemperanza con sentenza del TAR Lazio 236/12 che la Croce rossa italiana impugna anche questa al Consiglio di Stato;

le sentenze non vengono preso in considerazione dal rappresentante legale della Croce rossa italiana, che continua a voler mortificare tutti i soggetti, compresi quelli istituzionali;

successivamente, con ordinanze nn. 148/12 e, da ultimo, 186/12, la Croce rossa italiana, ancora uno volta in spregio ai principi di cui alle sentenze sopra citate del TAR Lazio e del Consiglio di Stato, proroga in servizio a quanto consta all'interrogante sempre i medesimi soggetti;

si evidenzia come la Croce rossa italiana, continui, pervicacemente, ancora oggi a disattendere le indicazioni della ricordata ispezione ministeriale, nonché i puntuali precetti impartiti dalle autorità giudiziali con le indicate pronunce;

l'interrogante in un precedente atto di sindacato ispettivo, che ad oggi non ha ricevuto risposta, ha portato all'attenzione del Governo la vicenda che vede coinvolta la Croce rossa italiana nelle puntuali disattese indicazioni impartite dalle autorità giudiziali -:

quali iniziative intenda assumere il Governo al fine di verificare la congruità delle dichiarazioni del commissario Rocca;

se non ritenga che, al contrario di quanto affermato dal commissario straordinario, non comporti un danno per l'erario proprio il non porre in esecuzione le sentenze di cui in premessa, continuando a non richiamare il Capitano della Croce rossa italiana Martinez in servizio;

se il Governo non ritenga di dover verificare i motivi per cui l'attuale Commissario straordinario perseveri nel richiamare sempre lo stesso personale militare continuando a disattendere le indicazioni della ricordata ispezione ministeriale del Ministero dell'economia e delle finanze, nonché i puntuali precetti impartiti dalle autorità giudiziali con le indicate pronunce;

se e quali iniziative urgenti intenda assumere al fine di garantire l'immediato richiamo in servizio del capitano Mario Martinez da parte della Croce rossa italiana, come disposto dalla sentenze del Tar e del Consiglio di Stato.(4-16516)
 

giovedì 14 giugno 2012

MA STI SOLDI CE STANNO O NO ?


Interrogazione a risposta in Commissione 
 presentata da
MAURIZIO TURCO 
 

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI,  
MECACCI e ZAMPARUTTI.
— Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della difesa. —
Per sapere premesso che: 

con la nota prot. 58069/11 del 26 agosto 2011 il direttore generale della Croce rossa italiana, dottoressa Patrizia Ravaioli, ha chiesto agli uffici dipendenti di «far conoscere l'ammontare delle quote dell'avanzo vincolato di amministrazione relativamente agli arretrati del personale appartenente al Corpo Militare CRI, nonché delle spettanze riguardanti gli avanzamenti di grado»;
   con la nota del 6 settembre 2011, n. prot. 0059751/2011 il dirigente dell'ufficio bilancio del comitato centrale della croce rossa italiana, dottoressa Patrizia De Luca, ha comunicato che «Al conto consuntivo esercizio 2008 ci sono euro 4.000.000,00 riguardante l'accantonamento per il riconoscimento degli arretrati di grado ed euro 1.567.351,67 riguardante l'accantonamento arretrati per l'aggiornamento del trattamento economico tabellare. Al riguardo si comunica che nel consuntivo esercizio 2010, verrà vincolato l'importo di 1.552,500,00 in qualità di arretrati di contratto per l'anno 2010, previsto dall'O.C. 202/09 e 205/09, come risulta nel Bilancio di previsione per l'esercizio medesimo»;
   il 4° consiglio di base della rappresentanza militare del Corpo militare della Croce rossa italiana, con le note prott. numero 118/4o Co.Ba.R. del 15 novembre 2011 e 129/4o Co.Ba.R. dell'11 maggio 2012, ha evidenziato che «Il CoCeR ha assunto l'impegno di effettuare approfondimenti al fine di verificare se le seguenti somme», quelle citate nella nota dell'ufficio bilancio, «siano ancora nella disponibilità del Corpo per il pagamento di quanto dovuto e, soprattutto, al fine di poter fornire l'adeguato riscontro, quando si prevede di perfezionare le procedure di erogazione. Ciò al fine di predisporre gli atti preparatori ad un contenzioso con l'Amministrazione»;
   con l'ordinanza commissariale 0258-10 del 26 maggio 2010 il commissario straordinario della Croce rossa italiana ha disposto «3. stante quanto disposto al precedente punto 2, solo nell'ipotesi in cui si creassero nell'arco dell'anno in corso le necessarie disponibilità di bilancio, si provvederà ad erogare anche le competenze arretrate, relative agli adeguamenti economici di cui trattasi, con riferimento all'anno 2009. Diversamente, sarà cura del direttore generale cui è demandata la predisposizione del bilancio di previsione, di valutare lo stanziamento delle predette necessità finanziare, nel bilancio di previsione 2011;» nonché «4. di procedere, contestualmente al pagamento di quanto spettante in applicazione della normativa di cui al punto 1, nei limiti di quanto indicato al punto 2, alla ripetizione delle somme erroneamente corrisposte al personale, mediante compensazione di quanto spettante a titolo di arretrati relativi al periodo dal 1o gennaio 2010 al 30 aprile 2010»;
   le citate somme risultano iscritte nei rendiconti generali consolidati per gli esercizi relativi agli anni 2008, 2009, 2010 e nel bilancio di previsione del comitato centrale per l'anno 2012;
   consta agli interroganti che alcuni dipendenti del Corpo militare della croce rossa italiana abbiano instaurato dei ricorsi giurisdizionali presso il tribunale amministrativo regionale (T.A.R.) del Lazio, contro l'amministrazione datoriale per reclamare la mancata erogazione degli arretrati di grado e degli arretrati dei contratti di cui ai decreti del Presidente del Consiglio dei ministri estesi con la citata ordinanza commissariale 0258-10 (n. R.G. 6718/2011 «mancato adeguamento stipendiale» e n. r.g. 3252/2012 «corresponsione somme a titolo di adeguamento annuale della retribuzione del personale dirigente nella misura percentuale pari a quella fissata nei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri 13 aprile 2005, 2 ottobre 2006, 27 aprile 2007, 7 maggio 2008, 29 aprile 2009») –:
   se l'ammontare delle quote dell'avanzo vincolato di amministrazione relativamente agli arretrati del personale appartenente al Corpo militare CRI, nonché delle spettanze riguardanti gli avanzamenti di grado siano state effettivamente corrisposte agli aventi titolo e, in caso contrario, quali siano i motivi che fino ad oggi hanno impedito alla Croce rossa italiana di effettuare i dovuti pagamenti, se dette somme siano realmente disponibili e quali immediate azioni intenda intraprendere per onorare i crediti vantati dai militari del Corpo. (4-16570)

INTERROGAZIONE SULL’AGGRESSIONE A ESPONENTE USB


Interrogazione a risposta in Commissione 
 presentata da
MAURIZIO TURCO
martedì 12 giugno 2012, seduta n.648

 MAURIZIO TURCO, FARINA COSCIONI, BELTRANDI, BERNARDINI, 
MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della salute, al Ministro della difesa.
- Per sapere - premesso che:


  sul sito dell'Unione sindacale di base (USB) è pubblicato il seguente comunicato stampa «PRIVATIZZAZIONE CRI: USB P.I., AGGREDITO RESPONSABILE NAZIONALE USB CROCE ROSSA - La USB ha deciso, nei giorni scorsi, di rappresentare il disagio di oltre 4000 lavoratori/ici della Croce Rossa con forme di lotta compatibili con l'evolversi della trattativa ministeriale in corso in questi giorni; in virtù della proclamazione dello stato di agitazione di tutto il personale, sono stati invitati tutti i lavoratori/ici a "commemorare" la scomparsa dell'Ente Pubblico attraverso l'esposizione dell'emblema della C.R.I. listato a lutto (utilizzando cartoncini, lenzuola o qualsiasi altro materiale e non bandiere ufficiali) in TUTTI i posti di lavoro. "Nella tarda mattinata di oggi, dichiara Sabino Venezia del Coordinamento Nazionale USB P.I., dopo aver riposizionato uno striscione con l'effige CRI listata a lutto, già strappato in mattinata, il nostro Dirigente Nazionale Massimiliano Gesmini, infermiere in servizio presso l'autoparco, ha subito una vile aggressione da parte del Responsabile Amministrativo nonché ufficiale del Corpo Militare della CRI". "L'inaudito episodio ci costringe ad assumere i toni formali della risposta legale, amministrativa e sindacale, prosegue Venezia, chiederemo immediatamente conto al Commissario CRI di quanto successo a Gesmini, con l'auspicio di verificare che simili episodi da caserma sono frutto di singole culture". "I lavoratori possono stare tranquilli, conclude Venezia, quanto successo non modifica la nostra posizione sull'intera vicenda: siamo e restiamo contrari a qualsiasi trasformazione dell'Ente Pubblico Croce Rossa in una realtà che non tenga conto del legittimo diritto occupazionale di tutti i lavoratori, stabili e precari e non ci faremo certo intimidire da atteggiamenti polizieschi messi in atto da sceriffi di turno". Roma, 4 giugno 2012 - USB, Coordinamento Nazionale P.I.»;

ad avviso degli interroganti l'episodio narrato nel comunicato dell'organizzazione sindacale rappresenta un fatto di estrema gravità che si colloca come un pericoloso precedente nel contesto del particolare momento di difficoltà che sta attraversando la Croce rossa italiana, che potrebbe essere emulato da altri o generare ulteriori episodi di violenza gratuita e di comportamenti contro esponenti sindacali o le loro attività -:

quali siano gli immediati provvedimenti che abbiano posto in essere i vertici della Croce rossa e del Corpo militare nei confronti del responsabile amministrativo nonché ufficiale del Corpo militare della Croce rossa italiana autore della «vile aggressione»;

se i Ministri non ritengano di dover fornire dettagliati elementi sui fatti in premessa. 

martedì 12 giugno 2012

UNA CHIEDE.. L'ALTRO RISPONDE. !!


PROSSIMAMENTE
FACCIA A FACCIA 
SU RADIO RADICALE

L'Avv. Francesco Rocca, commissario straordinario Croce Rossa, invitato a prendere pare alla trasmissione dell'11 Giugno 2012  ha comunicato che: 
 "per quanto riguarda le organizzazioni sindacali le occasioni di incontro e di confronto sono quelle previste istituzionalmente. Ci tengo inoltre a precisare che si confonde la mia figura con quella del legislatore che promuove il decreto. Resta inteso che mi rendo disponibile ad un intervento per discutere non del decreto di riforma ma della situazione di Croce Rossa con l'on. Farina Coscioni".

 Il Deputato radicale Maria Antonietta Farina Coscioni, segretario della XII Commissione Affari Sociali della Camera appresa la richiesta del commissario straordinario della Croce Rossa : 
si è immediatamente dichiarata disponibile al confronto pubblico sulle frequenze di Radio Radicale da organizzarsi, compatibilmente con gli impegni parlamentari, nell'ambito della trasmissione radiofonica condotta da Luca Comellini."



lunedì 11 giugno 2012

L’UMANITÀ, LA NEUTRALITÀ E L’ALLEGRA BRIGATA…


In questi ultimi giorni, sono avvenuti episodi tanto gravi, quanto inqualificabili. Senza entrare di nuovo nel merito di quanto accaduto, ci preme soffermarci sull’atteggiamento tenuto dai Vertici della Croce Rossa Italiana.
Infatti, a dispetto di quanto spesso enunciato, le più alte cariche della C.R.I., hanno dimostrato scarsa Umanità e poca Neutralità rispetto al deplorevole episodio del 4 giugno u.s.
È passata una settimana senza che nessuno abbia speso una sola parola per censurare quanto accaduto; ne il Commissario Straordinario, ne il Direttore Generale, ne il Comandante del Corpo Militare ne, tantomeno, il Dirigente del Comitato Provinciale di Roma, hanno commentato lo spiacevole episodio; che significato vogliamo attribuire a questo “colpevole silenzio”? 
Certamente, quello che si vuol far passare, è un segnale gravissimo; questa Amministrazione, pur di fermare la protesta e il dissenso, si sente autorizzata ad utilizzare qualsiasi mezzo, compresa la forza.
Questo non può e non deve passare! In questi tre anni di gestione Rocca ne abbiamo viste e sentite di tutti i colori, ma mai avremmo creduto che si arrivasse a certi comportamenti avendo la certezza di rimanere impuniti.
Sia ben chiaro, noi non cerchiamo né vendette, né punizioni esemplari (il posto di lavoro è sacro per tutti); certo è che pretendiamo delle spiegazioni e delle scuse ai lavoratori che si sono sentiti colpiti nel loro diritto alla protesta e al dissenso.
Chiediamo a chi legge di immaginare, solo per un attimo, lo stesso episodio a ruoli invertiti; a quest’ora saremmo su tutti i giornali e il colpevole sarebbe già stato avviato al licenziamento.
Cosa ha tutto questo di Umanitario? Cosa ha tutto questo di Neutrale? NULLA.
Dobbiamo renderci conto che questa non è stata, e non è, una gestione democratica, ma è un regime e, come i peggiori regimi, se non sei allineato sei un nemico da abbattere con qualsiasi mezzo.
Pensiamo cosa hanno subito in questi anni i colleghi Vincenzo Lo Zito, Mario Martinez e Anna Montanile; solo per aver denunciato il malcostume che imperava (e impera) in C.R.I., sono stati fatti oggetti di vessazioni, denunce, demansionamento arrivando perfino a denunciare il Lo Zito per vilipendio al Capo dello Stato! E in questo caso? Silenzio assoluto….
Ma si sa in Croce Rossa tutto è lecito; si possono dileggiare i lavoratori, le Organizzazioni Sindacali, l’Ente Pubblico e perfino le Istituzioni.
Proprio l’Ente C.R.I. e le Istituzioni sono stati, in questi giorni, i bersagli preferiti del Sig.Rocca; attraverso il suo giocattolo preferito (il social network Facebook) ha lanciato strali contro dei Parlamentari rei, secondo lui, di essersi permessi di criticare il suo operato e contro l’Ente Pubblico definendolo uno “stipendificio”!
Ma lo stipendificio C.R.I. non è lo stesso che ha permesso al Sig. Rocca (e al Direttore Generale Ravaioli) di guadagnare in tre anni qualcosa come quasi due milioni di Euro? Non è lo stesso che ha permesso allo “staff” del Sig. Rocca di avere una retribuzione per più di tre anni? Chi ha pagato Capi Dipartimento, Addetti stampa, Segretari e quant’altro? Se li ha pagati lei con il suo lauto stipendio, siamo pronti a fare pubblica ammenda.
Se così non fosse le consigliamo vivamente di riflettere prima di sputare sentenze contro l’Ente Pubblico C.R.I., che abbiamo compreso esserle indigesto, ma soprattutto contro i lavoratori che a questo “stipendificio” hanno dato, e continuano a dare, tantissimo. Ancora una volta ha perso un’occasione per tacere…..